“Holy Spider” è il film diretto da Ali Abbasi da una sceneggiatura di Afshin Kamran Bahrami e Jonas Wagner
Nel cast di “Holy Spider” ci sono: Mehdi Bajestani, Zahra Amir Ebrahimi, Arash Ashtiani, Forouzan Jamshidnejad e Alice Rahimi.
Andrea Lavagnino è la voce italiana di Mehdi Bajestani che nel film è Saeed Hanaei.
Zar Amir Ebrahimi, protagonista di Holy Spider al Festival di Cannes 2022, ha vinto la Palma d’Oro come miglior attrice.
“Holy Spider” è basato sulla storia vera del serial killer iraniano Saeed Hanaei, noto come “Spider Killer”, che ha ucciso 16 prostitute in Iran tra il 2000 e il 2001.
Iran, 2001. Raihimi una giornalista di base a Teheran, si sposta nella città santa di Mashhad per indagare su un serial killer
che uccide le prostitute convinto di liberare le strade dai peccatori per conto di Dio.
Nonostante il numero delle vittime continui ad aumentare, le autorità locali non sembrano aver fretta di risolvere il caso e
Raihimi si rende presto conto che potrà contare solo sulle proprie forze.
Il regista Ali Abbasi spiega il senso profondo del suo film:
“Holy Spider” è un film sull’ascesa e sulla caduta di uno dei più noti serial killer dell’Iran: Saeed Hanaei.
In senso più ampio, il film è una critica alla società iraniana perché il killer è un uomo molto religioso e un cittadino molto rispettato.
Vivevo ancora in Iran all’inizio degli anni 2000, nei giorni in cui Saeed Hanaei uccideva le prostitute di strada nella città santa di Mashhad.
Era riuscito ad uccidere 16 donne prima di essere arrestato e processato e la storia catturò davvero la mia attenzione durante il suo processo.
In un mondo normale non ci sarebbero dubbi che un uomo che ha ucciso 16 persone venga visto come colpevole.
Ma qui in Iran era diverso: una parte del pubblico e dei media conservatori iniziò a celebrare Hanaei come un eroe.
Sostenevano l’idea che Hanaei avesse semplicemente voluto adempiere al suo dovere di persona religiosa ripulendo le strade della città con l’uccisione di queste donne impure.
Fu allora che mi venne l’idea di realizzare questo film.
La mia intenzione non era quella di girare un film su un serial killer ma su una società killer seriale.
Volevo parlare della misoginia profondamente radicata nella società iraniana, una misoginia che non è specificamente religiosa o politica ma culturale.
La misoginia ovunque nel mondo si tramanda attraverso le abitudini delle persone. In Iran abbiamo una tradizione di odio verso le donne.
Nella storia di Saeed Hanaei quest’odio è manifestato apertamente e la sua posizione così esplicita scatena reazioni opposte esemplificative della gamma di opinioni della società iraniana:
quelle a suo favore e quelle contro di lui.
Holy Spider non vuole fare dichiarazioni politiche contro il governo iraniano. Non incarna l’ennesima critica alle società corrotte del Medio Oriente.
La disumanizzazione di gruppi di persone, specialmente la disumanizzazione delle donne, non è qualcosa che succede solo in Iran ma si può ritrovare con diverse variazioni in ogni angolo del mondo.
Ho immaginato il film come una storia specifica con personaggi specifici, non un film “a tema” su determinati problemi sociali.
Non mi interessava fare l’ennesimo film sui diversi modi in cui un uomo può assassinare e mutilare una donna,
volevo sottolineare la complessità del problema e mostrare le situazioni vissute da entrambe le parti, soprattutto per restituire umanità alle vittime.