Piazzolla, la rivoluzione del tango (Piazzolla, los años del tiburón) è Il film franco-argentino, campione di incassi in patria diretto da Daniel Rosenfeld.
Piazzolla, la rivoluzione del tango è un inedito ed evocativo viaggio nel cuore della vita e la musica di Astor Piazzolla.
Film capace di offrire un ritratto intimo del padre del cosiddetto Nuevo Tango, un genere che incorpora tonalità e sonorità jazz al tango tradizionale, utilizzando dissonanze ed elementi musicali innovativi.
Nell’anno del Centenario della nascita del genio del tango, per la prima volta vengono aperti al pubblico dal figlio Daniel gli archivi del leggendario bandoneonista:
fotografie, nastri vocali e riprese in super8, che non solo rafforzano la dimensione pubblica e il contributo al mondo della musica, ma che fanno luce sull’intimità dell’artista.
Il regista Daniel Rosenfeld in Piazzolla, la rivoluzione del tango riesce così a comporre un ipnotico ritratto di Piazzolla: l’infanzia a Manhattan con il padre Nonino (da qui la celebre “Adios Nonino”);
gli inizi di carriera con i più grandi musicisti di tango dell’epoca; la passione per la caccia agli squali;
il nuevo tango, mix originale di tango e jazz; l’iniziale rifiuto dei tradizionalisti e della critica musicale;
la famiglia; i misteri dell’atto creativo.
“Diversi anni fa, dopo l’uscita del mio film Saluzzi presentato al Festival di Berlino, ho ricevuto un invito inaspettato da qualcuno che lo aveva visto. Era Daniel Piazzolla, il figlio di Astor.
Mi ha invitato a cena e quella sera ha detto: ‘Come mai nessuno ha realizzato un documentario di qualità su mio padre?
Inoltre, la sua vita ha seguito ‘la struttura perfetta per un film’, è andato a pescare gli squali per tre mesi, ha composto per quattro mesi e ha girato il resto del tempo’.
Sono passati alcuni anni da quella cena con il figlio di Astor ma le sue parole continuavano a risuonare in me.
Ancora adesso, mentre scrivo immagino Piazzolla alle prese con gli squali, mi sembra di sentire anche la sua musica, la sua ‘tanguedía’ che penetra nel cuore, ed è stato proprio questo il mio primo contatto con lui quando da giovane suonavo il pianoforte.
Ero un bambino pianista e mi piaceva suonare ‘La mort de l’ange’ o ‘Adios Nonino’.
In fondo, credo che la malinconia abbia una sorta di origine segreta che risale all’infanzia e si manifesta in un certo momento della vita.
Per me quel momento è stato bandonéon di Piazzolla.
Ma non volevo fare semplicemente ‘un film sulla vita o la musica di Piazzolla’,
anche perché credo sia impossibile condensare in 90 minuti tutta la sua vita e la sua musica.
Piuttosto, mi sono voluto concentrare sui principali eventi biografici e musicali. Ma non in modo ‘anonimo’, con uno sguardo esterno.
Ho cercato di creare una narrazione ‘sensoriale’, capace di offrire allo spettatore un’esperienza evocativa, grazie anche all’accesso ad uno straordinario materiale inedito,
come la voce di Astor Piazzolla che racconta i suoi ricordi e le sue avventure, registrata da sua figlia Diana”.
Il film ha fatto la sua premier al Festival IDFA di Amsterdam, e ha vinto tra gli altri il Premio Sur
(gli Oscar argentini) e il Premio Cóndor de Plata come Miglior Documentario.
“Gli ammiratori di Astor non resteranno delusi di Piazzolla, la rivoluzione del tango:
godranno della sua musica e ascolteranno dalla sua stessa voce i pensieri che hanno generato la rivoluzione.
Per chi invece ancora non conosce Piazzolla, il film sarà un ottimo strumento per avvicinarsi all’uomo che, combinando i generi, ha cambiato per sempre la storia del tango.” da il Clarin