I doppiatori italiani hanno fatto quest’anno 23 giorni di sciopero e non per capriccio ma i motivi per protestare erano tanti,
ed evidentemente, l’unico modo per fare sentire la loro voce era seguire questa strada, seppure drastica.
Considerato, soprattutto, che in tredici anni non era stato possibile aprire un tavolo di trattative che portasse a dei cambiamenti rispetto al precedente contatto collettivo nazionale che porta la data del 2008.
Da allora nemmeno gli adeguamenti Istat sono stati applicati.
Ebbene l’accordo per il contratto nuovo per i doppiatori c’è stato il 6 dicembre presso la sede Anica con le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.
Significativa a tal proposito anche la nota di Lucia Borgonzoni sottosegretaria alla Cultura:
“Apprendo con soddisfazione la notizia dell’accordo siglato tra le parti da cui un nuovo contratto base per i lavoratori del Settore Doppiaggio, un risultato atteso dal 2008.
Finalmente una svolta significativa alle trattative grazie all’elaborazione di un testo al passo con i tempi – e infatti tiene conto delle trasformazioni dovute alle tecnologie più recenti come l’Intelligenza Artificiale –
e che si prefigge come obiettivo la valorizzazione e il giusto riconoscimento del lavoro dei doppiatori, grandi professionisti che rappresentano un vanto per l’Italia”.
Ma vediamo nel dettaglio cosa hanno raggiunto i doppiatori con questo nuovo contratto:
era necessario un adeguamento ai tempi perché la nascita delle piattaforme digitali ha ampliato la richiesta di lavoro per i doppiatori impegnati sia nella copiosa serialità che queste piattaforme portano con sé,
che nel riuscire a doppiare in tempo film distribuiti in tutto il mondo con uscite nelle sale in contemporanea.
Si legge in una nota congiunta di Anica e delle sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil proprio l’adesione alla realtà di questo nuovo contratto:
Dopo mesi di confronto si è giunti alla sottoscrizione di un contratto innovativo e adeguato ai tempi, articolato e migliorativo per le parti coinvolte,
La firma adegua finalmente la normativa contrattuale del Settore Doppiaggio ai numerosi cambiamenti, anche tecnologici, avvenuti negli anni,
con l’obiettivo di renderla quanto più attuale e concreta, esigibile e innovativa.
Un’altra problematica da affrontare e, per fortuna tenuta nella giusta considerazione, riguarda l’intelligenza artificiale.
La clausola aggiunta nel contratto nasce dalla considerazione, peraltro condivisa anche dal legislatore, che se un’IA doppia un film o una serie, lede il lavoro del doppiatore ma anche le aziende e lo spettatore.
Cosa prevede il contratto in merito all’intelligenza artificiale:
il text and data mining non è consentito per il machine learning, quindi la voce del doppiatore è utilizzabile per trailer e materiale promozionale per il titolo che si sta doppiando e solo per quello.
Invece, la voce del doppiatore, al di fuori di quell’ambito, non è riproducibile, campionabile, alterabile, e non può essere utilizzata per l’apprendimento delle intelligenze artificiali.
Sembra di intravedere uno spiraglio di luce dopo anni di tenebre.