In lavorazione il cortometraggio Sir;
dopo il successo de Il vestito torna la coppia composta dal regista Maurizio Ravallese e dal doppiatore ed attore Christian Iansante.
Il vestito, scritto e diretto da Maurizio Ravallese, co-prodotto col giovane cineasta Emanuele Pisano,
candidato ai David di Donatello per “L’oro di famiglia”, ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo
La storia ruota attorno a un incrocio di destini: un giovane immigrato (Danilo Arena), alla ricerca di un abito nuziale, ruba un completo ad uno sposo appena abbandonato all’altare (Christian Iansante).
Per espiare la sua colpa, il ragazzo dovrà vendicare l’uomo che ha derubato.
Il vestito prodotto dalla Pathos Distribution, ha conquistato: premiato al Giffoni Young come Miglior Corto Drammatico,
ha ottenuto molto successo all’International Nollywood Film Festival di Toronto, il South African Film Festival, il Buenos Aires Film Festival, il Buffalo Film Festival e il Reeling di Chicago,
vincitore inoltre al Falcon di Londra, al Firenze Film Corti, al Queen Palm Festival, al Buffalo Film Festival.
Molte soddisfazioni anche per Christian Iansante, attore non protagonista del corto, che ha ricevuto tre premi.
In Sir Iansante è il protagonista.
In sir – dice il regista Ravallese – si parlerà di un guaritore, che vive in mezzo alla montagna, dotato di poteri straordinari, ma affetto dalla cosiddetta maledizione del guaritore:
non riesce ad utilizzare il proprio potere per salvare la moglie ammalata. Ma i miracoli sono doni ereditari.
In questo cortometraggio, Sir, – dichiara Iansante – sono il protagonista , è un film sulle credenze popolari che ancora sono molto diffuse nonostante siamo quasi nel 2022.
Interpreto un santone, capace di guarire chiunque tranne la moglie che sta per morire.
Un bel lavoro in cui sono un personaggio con capelli bianchi lunghi, con un’ unghia nera, lunga, quella del mignolo sinistro perchè l’unghia lunga è simbolo di potere;
in effetti anche i mafiosi portano l’unghia lunga per dimostrare che loro non si sporcano le mani.
Anche in Sir ci sarà il tipico colpo di scena dei corti che, ovviamente, non svelo adesso.
Non parlo molto nel corto tranne in una scena con un mafioso che vuole essere guarito che convincerò, proprio con un lungo dialogo, del fatto che se vuole guarire deve rinunciare a tutto il suo potere.
Ci sono molte scene di azione più che dei dialoghi, questo Sir è un lavoro intenso.