Hopper e il tempio perduto è il film d’animazione diretto da Ben Stassen e Benjamin Mousquet ispirato all’omonima serie di libri per bambini scritta da Chris Grine.
Il lungometraggio Hopper e il tempio perduto si avvale della sceneggiatura di David Collard con la produzione di Octopolis e anche Wave Pictures.
Il film Hopper e il tempio perduto racconta la storia di un simpatico e particolare principe, ovvero il giovane Hopper, nato per metà pollo e per metà lepre.
Il suo obiettivo è davvero molto delicato perché è volto a dimostrare a suo padre, Re Peter, di essere all’altezza del compito.
In particolare, il protagonista è chiamato a rintracciare il misterioso criceto del tenebre, ma viene ostacolato, durante il suo lungo e travagliato percorso, da Lapin, fratello del padre.
In tutto questo, però, Hopper non sarà mai solo in questo straordinario viaggio:
si porta, infatti, sempre con sé, i suoi due migliori amici che gli saranno molto utili durante l’avventura latartaruga Abe e la puzzola Meg, compagni inseparabili e fedeli.
In Hopper e il tempio perduto Angelo Maggi presta la voce a Lapin perfido e crudele antagonista della storia
Sul film dice il regista Ben Stassen:
Abbiamo acquistato i diritti della sceneggiatura da Sony Pictures e abbiamo realizzato il film partendo dalla graphic novel da cui nasce, ossia Chickenhare and the Hamster of Darkness.
Molti degli omaggi e dei rimandi che si riscontrano all’interno del titolo erano quindi già preesistenti nel momento in cui ci siamo approcciati allo script.
È ovvio poi che in quanto registi anche noi ne abbiamo inseriti di altri, tenendo sempre a mente l’importanza di star realizzando un family movie.
Ciò che davvero mi piace di questo racconto è che abbiamo un protagonista che vive con qualcosa che lo rende diverso dagli altri.
All’inizio vuole nascondere queste diversità, ma nel corso della storia è portato a doverle tirare fuori fin quando deve addirittura utilizzarle.
Ciò che c’è di veramente interessante è il triangolo formato dai personaggi principali: abbiamo Hopper che è metà lepre e metà pollo, poi abbiamo la tartaruga Abe e la puzzola Meg.
E fin dall’inizio Abe si comporta normalmente nei confronti di Hopper, non sottolinea le sue diversità, né le giudica o le critica. Le prende anzi solamente come un dato di fatto.
Qualche volta, è vero, lo consola, ma per la tartaruga fanno parte della sua natura.
Mentre è Meg colei che invita il protagonista ad utilizzare le sue diversità per diventare più forte.
Sono entrambe ottime maniere di guardare al personaggio di Hopper, a cui Abe ad un certo punto dice che è praticamente l’unico del suo genere,
quindi rischia anche l’estinzione, sottolineando con questa frase la sua unicità.
Benjamin Mousquet aggiunge sulla pellicola:
Ogni pellicola è di per sé unica. La caratteristica di Hopper e il tempio perduto è proprio come il titolo va a trattare il concetto della diversità che viene riportato in maniera alquanto autentica.
E peculiare è anche come vivono i personaggi questo argomento e come si approcciano l’uno con l’altro al riguardo. Anche per ciò che concerne temi caldi e attuali come la tolleranza.
Nel film poi c’è un senso di nostalgia che si unisce a quei riferimenti di cui Ben parlava prima e
che si legano ad un intero immaginario incentrato sul cinema d’avventura.
Per questo è un’opera che può attrarre davvero più generazioni.