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L'Accademia del Doppiaggio alla Bocconi

L’Accademia del Doppiaggio alla Bocconi

Il mondo del doppiaggio: le sfide di oggi e domani“. Questo il tema del seminario che si è tenuto all’Università Bocconi di Milano e che ha visto protagonista l’Accademia del Doppiaggio, la nostra scuola con sede nel capoluogo lombardo, ma anche a Roma, Firenze, Padova e Pescara grazie all’idea del Direttore Walter Bucciarelli e dei doppiatori Christian Iansante e Roberto Pedicini.
L’evento, promosso dal presidente dell’“Associazione Studentesca Bocconi CinemaRiccardo Ferrari, nasce dalla passione degli studenti per la serie tv Suits, un legal drama americano molto seguito dagli studenti della Bocconi impegnati in giurisprudenza e diritto. Per questo motivo è stato invitato Guido Di Naccio, doppiatore formatosi all’Accademia e diventato egli stesso uno dei docenti dei nostri corsi, nonché voce di Harvey Specter, protagonista della serie interpretato dall’attore Gabriel Macht. Insieme a lui, presenti anche il direttore Walter Bucciarelli e Sam Barcellini, titolare a Milano dello studio di registrazione che ospita le nostre lezioni e punto di riferimento nell’ambiente del doppiaggio milanese. Il tutto è stato moderato dal prof. Fabrizio Perretti, docente del Dipartimento di Management e Tecnologia della Bocconi.
Guido Di Naccio ha così soddisfatto la curiosità degli studenti che volevano capire come il doppiaggio si approccia a un prodotto come Suits, pieno di tecnicismi legati alla giurisprudenza americana e, quindi, difficilmente traducibili in italiano: “Lo studio di doppiaggio si è dovuto affidare a un consulente esperto di diritto americano per rendere al meglio certe parole nella nostra lingua e consegnare al pubblico italiano un prodotto fedele all’originale”.
Si è poi passati alla descrizione di una sessione di doppiaggio, con ogni doppiatore che esegue le sue battute, chiamate anelli, andando in sincrono con le labbra dell’attore: “Il doppiatore deve riuscire a registrare in poche prove non ha a disposizione tanti tentativi. Ascolta la voce originale dell’attore in cuffia e doppia in italiano, non facendo una semplice traduzione, ma cercando di riprodurne l’emozione e lo stato d’animo“. Un confronto anche col passato: “Se un tempo i doppiatori vivevano insieme le sessioni, registrando all’interno dello stesso studio tutti i dialoghi, oggi i tempi sempre più stretti e le possibilità tecnologiche portano i doppiatori a registrare solo le loro parti, senza assistere a quelle degli altri“.
Risposte anche alle critiche che spesso vengono mosse nei confronti del doppiaggio, in particolare da chi pensa che sia un ostacolo all’apprendimento delle lingue: “Non è così, permette a un numero vasto di persone di entrare in contatto con un prodotto culturale che, altrimenti, avrebbe una diffusione limitata. Il doppiaggio è sì un tradimento dell’opera originale ma necessario per far immergere lo spettatore nel film, senza costringerlo a distrarsi con eventuali sottotitoli o a conoscere altre lingue. Molti, inoltre, pensano che si doppino solo film in inglese, ma ci sono anche film spagnoli, portoghesi, francesi, tedeschi, giapponesi, koreani: non si possono conoscere tutte le lingue“.
Infine, i relatori hanno spiegato modalità e prerequisiti per diventare doppiatore ed entrare in questo mondo: “Bisogna iniziare dalla dizione, parlare cioè un italiano standard senza inflessioni dialettali e accenti. Sarebbe poco credibile, ad esempio, un prete di New York che parla con un accento toscano. Poi bisogna studiare e imparare, e lo si può fare all’interno di una scuola come la nostra. Fondamentale, prima di scegliere, è conoscere i nomi dei docenti e valutare i loro curriculum, perché è facile improvvisarsi doppiatori su internet, ma poi basta andare su siti specializzati per sapere tutto quello che serve su un doppiatore. Importante è anche l’età: bisogna iniziare presto, perché chi è avanti con gli anni sarà sempre messo in secondo piano da chi, invece, ha iniziato prima e ha anni di esperienza alle spalle“.