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Immaculate – La prescelta il film diretto da Mohan con Sydney Sweeney, Álvaro Morte doppiato da Andrea Lavagnino

Immaculate – La prescelta  è il film diretto da Michael Mohan.

La sceneggiatura di Immaculate – La prescelta è di  Andrew Lobel, mentre i produttori sono: Sydney Sweeney, Jonathan Davino, Teddy Schwarzman, Michael Heimler.

immaculateNel cast di Immaculate – La prescelta  ci sono: Sydney Sweeney, Álvaro Morte, Simona Tabasco,

Benedetta Porcaroli, Giorgio Colangeli, Dora Romano, Betti Pedrazzi.

Andrea Lavagnino è la voce italiana di Alvaro Morte che nel film è Padre Sal Tedeschi.

La casa di produzione  del film è : Black Bear Pictures, Fifty-Fifty Films.

La distribuzione in italiano  è a cura di : Adler Entertainment, Leone Film Group

Sydney Sweeney interpreta Cecilia, una giovane suora americana profondamente religiosa, che viene chiamata per trasferirsi in un convento remoto nella splendida campagna italiana.

Quello che sembra un caloroso benvenuto si trasforma rapidamente in un incubo, quando Cecilia scopre che il convento nasconde segreti oscuri e orrori innominabili.

Tra le antiche mura si celano forze maligne che minacciano di trascinarla nell’abisso della follia.

Girato in Italia, nel Convento di San Bonaventura presso il borgo di Monterano, a poco più di un’ora di distanza da Roma,

Sul film la protagonista Sweeney ha detto:

“Amo gli horror perché non c’è limite a quello che un personaggio potrebbe fare e a quello che potrebbe succedere in una storia.

Non ci si chiede perché la porta si apra all’improvviso, puoi giocare con quell’universo e con la sua natura sensoriale e psicologica” 

“Molti degli orrori e delle paure presenti nel film, specialmente per Cecilia, sono radicate nella realtà. 

Penso ci sarà una discussione intorno alla percezione del film e la gente discuterà su quale sia il messaggio del film”

Una curiosità sul film è la presenza delle nonne della protagonista come comparse:

“Ho fatto fare un viaggetto alle mie nonne.

Non erano mai state in Europa.

Il sogno della mia nonnina era di andare in Italia, non aveva mai lasciato il paese prima d’ora…

quindi ho fatto loro una sorpresa, le ho fatte partire in aereo e ho fatto fare loro le comparse”.

 

la casa degli oggetti

“La casa degli oggetti” diretto da Jorge Dorado con Alvaro Morte doppiato da Andrea Lavagnino in onda su Sky e su Now

QuiLa casa degli oggetti è il film diretto da Jorge Dorado, in onda su Sky e in streaming su Now.

Nel cast de La casa degli oggetti ci sono:

Alvaro Morte, Marìa Eugenia Suárez e Verónica Echegui, Andy Gorostiaga, Daniel Aráoz, Selva Alemán, Zorion Egileor (Andrés).

la casa degli oggettiAndrea Lavagnino è il doppiatore italiano di Alvaro Morte che nel film è il protagonista Mario.

Mario lavora come ufficiale di polizia municipale in un grande magazzino di oggetti smarriti dove custodisce ogni tipo di ritrovamento che nei decenni si è accumulato.

Da quando ha deciso di allontanarsi il più possibile dalle persone, Mario dedica tutto il suo tempo libero a cercare di capire a chi appartenessero gli oggetti

per restituire ai legittimi proprietari quelli che reputa frammenti perduti delle loro vite.

Solo Helena una giovane poliziotta che visita spesso il magazzino, è riuscita leggermente a penetrare la sua corazza.

Un giorno, al magazzino, arriva una valigia recuperata dal fondo di un fiume. Al suo interno trova vestiti da neonato insieme a resti umani.

Ancora una volta, Mario decide di indagare da solo e, seguendo le tracce della valigia, arriva a Sara (China Suarez),

una giovane intrappolata fin da bambina in un’organizzazione di traffico di esseri umani, una rete criminale che tratta le persone come se fossero oggetti…

 

Il regista sul film dichiara:

La casa degli oggetti è un thriller il cui protagonista è un uomo comune, amante dei film di Humphrey Bogart e dei romanzi polizieschi”

La casa degli oggetti, invece, mi offre l’opportunità di andare oltre il film di genere, con questo uomo comune il cui percorso segue gli angoli più oscuri dell’anima umana,

con un approccio sia fisico che emotivo.

Il film è una storia poliziesca, ma è anche una storia d’amore e redenzione.

È un’avventura che diventa pian piano un gioco di specchi e che farà riflettere gli spettatori su un tema sempre attuale: trattare una persona come un oggetto.

È un thriller emotivo con un sottotesto di paura e solitudine ma anche di bisogno d’amore.

Il messaggio che vorrei trasmettere da questa storia oscura è il seguente:

 non è mai troppo tardi per trovare la felicità e liberarsi dagli altri.

Il mio obiettivo è stato fare un film commerciale che si impegnava anche a sensibilizzare il pubblico su questo tema.

 Un film che toccava la coscienza degli spettatori, anche se solo per un’ora e mezza”.

 

Sul suo personaggio Alvaro Morte dichiara:

“È un ragazzo molto egocentrico, che lavora in questo ufficio oggetti smarriti, che vuole sistemare.

Mario è ossessionato dall’aggiustare le cose, riportandole nei suoi sogni, perché capisce che c’è una connessione emotiva con quegli oggetti.

Gli riesce più facile relazionarsi con gli oggetti che con le altre persone”.

All’improvviso gli cade tra le mani questa valigia con alcuni resti decomposti.

E quando la polizia si rifiuta di indagare, lui comincia una indagine da solo.

Quindi incontra tutta una rete di persone che rendono le persone oggetti.

E finisce per diventare una persona a metà tra l’eroe e l’antieroe, che va avanti.

 C’è una cosa che mi piace davvero ed è che, essendo solo nella vita, ha un carattere come un personaggio dei film western: è lui contro tutti.

Perché capisce che, anche se è solo, il mondo è brutto e deve cercare di migliorarlo”.

 

È il primo che si rompe e non riesce a rimettersi in sesto. Né riesce a fuggire da quella prigione psicologica che si è costruito.

Ecco perché penso che il film parli anche della liberazione, non solo delle persone detenute contro la loro volontà, ma delle prigioni che noi stessi creiamo“.

la casa di carta

Uscito il trailer della seconda parte della quinta stagione de La casa di carta

Andrea Lavagnino è la voce italiana del Professore (Alvaro Morte) personaggio chiave de “La casa di carta”. 

E’ proprio Lavagnino, famoso doppiatore italiano e uno dei professori della nostra Accademia,

che in una recente intervista ha dichiarato che la serie finirà con questa seconda parte della quinta stagione.

Intanto sono in fibrillazione i fan della serie; appena rilasciato, infatti, da Netflix il trailer della stagione finale.

Mille le domande sui protagonisti da parte degli appassionati della serie.

La parte 2 della quinta stagione verrà rilasciata il 3 dicembre 2021:

manca davvero poco per scoprire le carte di una serie che viene considerata già un cult del genere seriale.

Netflix ha pubblicato il trailer della seconda parte, che ripartirà dalla fine della prima parte, con la presunta morte sconvolgente di Tokyo e la lotta aperta contro l’esercito spagnolo.

La guerriglia all’interno della Banca di Spagna giungerà alla fine e, con grande dispiacere dei fan, finiranno anche le vicende degli amati rapinatori con la maschera di Dalì.

Tutti vogliono sapere come finirà la fortunata serie che ha tenuto incollati milioni di telespettatori in tutto il mondo.

Sarà davvero morta Tokyo,  e che evoluzione avrà il personaggio di Berlino, figura finora oscura destinata a ricoprire un ruolo senza dubbio importante all’interno della serie.

Alicia Sierra: da che parte sta l’ispettrice?

Resta ostile al Professore e alla banda o finirà per patteggiare per loro?

Lo sceneggiatore Alex Pina continua a essere il timoniere dello show, mentre i membri principali del cast sono diventati star in tutto il mondo, chi , infatti, non conosce:

Alvaro Morte, Ursula Corbero, Itziar Ituno, Pedro Alonso, Alba Flores, Miguel Herran, Jaime Lorente, Esther Acebo, Darko Peric e via di questo passo.

la casa di carta lavagnino

Con Andrea Lavagnino alla scoperta del mondo del doppiaggio

Andrea Lavagnino, uno dei docenti della nostra Accademia del Doppiaggio, è  la voce italiana del Professore nella serie  La casa di carta la cui quinta stagione è disponibile su Netflix da pochi giorni; lo abbiamo incontrato per conoscere il suo percorso artistico.

Come hai cominciato l’avventura nel mondo del doppiaggio?

Ho sempre amato la recitazione, rimanevo affascinato dai grandi attori che vedevo a teatro.

Ho studiato recitazione e mi sono avvicinato, abbastanza tardi rispetto agli standard, al doppiaggio intorno ai 30 anni. Sia nel teatro che nel doppiaggio ho fatto una bella gavetta.

Insegni in diverse città italiane quali diversità, punti di forza e di debolezza, hai riscontrato negli allievi delle varie città?

Amo insegnare, anzi credo che sia meglio dire che amo passare qualcosa, dare indicazioni, aiutare a fare questo mestiere che diventa sempre più complicato.

E’ difficile perché non ci sono più i maestri di un tempo; quando noi cominciavamo avevamo dei grandi direttori che ci davano consigli.

Oggi la formazione è diversa perché mentre in passato il doppiatore era un attore di cinema o di teatro che prestava la sua voce al doppiaggio, oggi esiste il doppiatore che nasce doppiatore.

I ragazzi di oggi  sono un po’ pigri lo riscontro in generale nelle varie città o comunque anche nelle persone  che frequento.

I giovani attori  vogliono essere pronti senza esserlo perché il doppiaggio attualmente si fa in poco tempo quindi loro pensano di poter fare bene velocemente, ma non è così.

A volte neanche noi che facciamo questo lavoro da tempo lo facciamo bene perché il tempo è  troppo poco.

Poi, ovviamente, ci sono dei talenti e anche io ne ho  incontrati diversi nel corso di questi anni; il problema è che se il talento rimane talento e basta non si va da nessuna parte, invece se il talento viene sfruttato bene cambiano le carte in tavola

Quanto è difficile doppiare e quali differenze esistono nel doppiare attori che parlano inglese e quelli che parlano altre lingue.

Doppiare  è un mestiere antico e per questo difficile quando c’è la tradizione di mezzo c’è sempre qualche difficoltà.

Il doppiaggio è un’alchimia bisogna essere in grado di entrare in sintonia totale con il personaggio che stai doppiando seguendone tutte le pieghe e

per fare questo ripeto ci vorrebbe tanto tempo e il tempo è  sempre di meno;

per questo a volte i doppiaggi  sono fatti male o comunque non come dovrebbero essere fatti.

Ovviamente se tu hai un po’ di familiarità con una certa lingua riesci a seguire o comunque sapere dov’è la parola che sta dicendo quell’attore  in quel momento,

certo quelle lingue  che sono proprio lontane da noi, come il giapponese, rendono tutto un po’ più complesso.

La casa di carta: tu sei la voce del Professore, uno splendido personaggio, ci parli di questo impegno?

La casa di Carta è stato un successo planetario, una cosa  completamente inaspettata anche per noi;

non avevamo idea di che cosa stavamo per fare quando siamo entrati in sala la prima volta, ma tutti ci siamo resi conto che  era qualcosa di diverso,  di strano, di potenzialmente magico.

Dopo i primi turni abbiamo capito, io e i colleghi che hanno fatto questa esperienza con me che era qualcosa di bello e affascinante, e doppiare il Professore, interpretato dall’attore Alvaro Morte, è stato un privilegio.

Con il Professore abbiamo anche delle cose in comune, e mi trovo molto bene a doppiare questo personaggio.

Mi sono divertito molto devo dire la verità, mi sto divertendo molto e ancora non è finita la situazione e quindi sono  felice di continuare questa avventura.

Un cast che fa sognare quello della Casa di carta prevedi una sesta serie?

Non ci sarà una sesta stagione  della Casa di carta, le  5 puntate che usciranno il 3 dicembre saranno le ultime. Finirà la serie  ma si parla di possibili spin-off di qualche personaggio.

Hai una vastissima esperienza ma hai un personaggio a cui sei affezionato in particolare?

Devo premettere che noi doppiatori abbiamo una memoria molto corta perché facciamo talmente tanta roba,

infatti abbiamo tre turni se non quattro al giorno e ovviamente ogni turno che facciamo è  una lavorazione diversa,

che ci ricordiamo solo le cose che ci sono rimaste più addosso.

Sono legato ovviamente al Professore de La casa di carta. L’attore l’ho doppiato in altre situazioni.

Forse il personaggio a cui sono più legato è stato Richard Castle nella serie Castle andata in onda per  otto stagioni, è stata una serie che è andata anche molto bene ed ha avuto un grande successo .

A cosa stai lavorando sia come attore che come doppiatore?

Progetti ce ne sono tantissimi ma non posso parlarne; oggi firmiamo delle liberatorie che a volte  sembrano dei volumi della Divina Commedia e non posso parlare ma ci sono tante belle cose  in programma anche in film  che usciranno tra fine settembre e  primi di ottobre.

Progetto, forse, anche un mio ritorno  sulle scene da attore ma sono cose  che, anche per scaramanzia, preferisco non  raccontare.