Il doppiaggio è, da anni, in cambiamento. Dai miglioramenti tecnologici, alla gran quantità di prodotti da doppiare, fino all’ingresso di “nuove leve” in questo mondo. Persino i cambiamenti sociali generano novità e opportunità. Da diversi tempo, infatti, le grandi case di produzione estere richiedono l’ingaggio di doppiatori della stessa etnia del personaggio dell’opera da adattare. Una rivoluzione in questo ambito, destinata ad avere un forte impatto.
Una spinta nata in estate quando, negli Stati Uniti, le proteste della popolazione per la morte di George Floyd, afroamericano ucciso dalla polizia di Minneapolis dopo un fermo, diede vita al movimento Black Lives Matters. Le tensioni legate alla questione razziale, hanno portato alla riflessione diversi intellettuali e artisti, compresi quelli legati al mondo del cinema e della televisione.
Queste riflessioni non sono mancate anche nel mondo del doppiaggio. È noto che diversi doppiatori bianchi hanno scelto di non prestare più la loro voce a personaggi di colore o di altre etnie in famosi cartoni animati. Sono i casi di Mike Henry (Cleveland, I Griffin), Hank Azaria (Carl, I Simpson), Harry Shearer (Dr. Hibbert, I Simpson) e Jenny Slate (Missy, Big Mouth). E questo cambio di sensibilità ha portato i vari studio che gestiscono i doppiaggi di queste serie a selezionare in partenza doppiatori della stessa etnia dei personaggi a schermo.
La questione si sta ora spostando anche oltreoceano, dove il problema diventa anche più grande. Infatti, se negli Stati Uniti la questione è relativa solo a serie e film animati e a quei pochi prodotti stranieri di successo, in Europa la quantità di film e serie da doppiare è enorme. Soprattutto in Italia, che della qualità del suo doppiaggio fa da sempre un vanto. Ed ecco che, ad esempio, Disney per i suoi prodotti per Disney+ e Fox sta esigendo doppiatori della stessa etnia degli attori e dei personaggi che andranno a doppiare. Condizione non semplice dato che non sono molti i doppiatori italiani con altre origini, ma che apre una grande porta: vista la domanda destinata a crescere, questa potrebbe essere un’opportunità artistica e lavorativa per tanti ragazzi di origini straniere che vogliono tentare di entrare nel mondo del doppiaggio.