Come si diventa Doppiatore? Il doppiaggio è una casta inaccessibile che tramanda il suo lavoro di padre in figlio? Sfatiamo i luoghi comuni.
Giannini, Ward, Izzo, Acerbo, Coltorti, Mete. Cognomi storici del doppiaggio italiano con una caratteristica comune: quella di non limitarsi a un solo nome, bensì di coinvolgere anche altri membri delle rispettive famiglie. È normale, infatti, trovare genitori, figli, fratelli e sorelle nelle sale di doppiaggio. Ma questo significa, come sostiene chi critica questo mondo, che il doppiaggio è un affare di famiglia? Una casta inaccessibile che tramanda il suo lavoro di padre in figlio? La risposta è assolutamente no.
Mettiamolo subito in chiaro: non ci si può improvvisare doppiatori. Non basta avere un cognome pesante per poter fare questo lavoro. La parola “meritocrazia” nel doppiaggio assume un significato assoluto: per stare dietro un microfono bisogna essere bravi. Il doppiaggio sarà pure un “tradimento” dell’opera originale, ma il doppiatore, con la sua voce, deve essere in grado di restituire le stesse emozioni che l’attore a schermo voleva esprimere. E questo non si può fare senza studio, dedizione e preparazione.
La parte tecnica
C’è poi la parte più tecnica. La capacità di andare in sincrono con le labbra dell’attore – in modo da rendere credibile movimento e voce – è quella più importante, così come la rapidità con cui si riescono a concludere gli anelli, aspetto fondamentale in un mondo cinematografico e televisivo che richiede sempre più velocità per poter portare nel nostro paese nuove produzioni nel più breve tempo possibile. Senza tutte queste caratteristiche difficilmente si potrà essere richiamati da un direttore del doppiaggio.
Certo, essere figli di un doppiatore importante ha dei vantaggi: la possibilità di iniziare a lavorare sin da bambini, i consigli che ne derivano, la credibilità del cognome. Ma senza lavoro e studio, il cognome in questo mondo serve a poco. Infatti, la nuova generazione di doppiatori nasce “dal basso”, proprio grazie allo studio e alla preparazione: Benedetta Degli Innocenti, Francesco De Francesco, Francesco Cavuoto, Francesco De Marco, Irene Trotta, Emanuele Durante per citarne solo alcuni.
Non esiste, quindi, alcun diritto ereditario. Il mondo del doppiaggio è aperto a chiunque: per diventare un doppiatore servono solo capacità, lavoro, studio e perseveranza.