Andrea Lavagnino, uno dei docenti della nostra Accademia del Doppiaggio, è la voce italiana del Professore nella serie La casa di carta la cui quinta stagione è disponibile su Netflix da pochi giorni; lo abbiamo incontrato per conoscere il suo percorso artistico.
Come hai cominciato l’avventura nel mondo del doppiaggio?
Ho sempre amato la recitazione, rimanevo affascinato dai grandi attori che vedevo a teatro.
Ho studiato recitazione e mi sono avvicinato, abbastanza tardi rispetto agli standard, al doppiaggio intorno ai 30 anni. Sia nel teatro che nel doppiaggio ho fatto una bella gavetta.
Insegni in diverse città italiane quali diversità, punti di forza e di debolezza, hai riscontrato negli allievi delle varie città?
Amo insegnare, anzi credo che sia meglio dire che amo passare qualcosa, dare indicazioni, aiutare a fare questo mestiere che diventa sempre più complicato.
E’ difficile perché non ci sono più i maestri di un tempo; quando noi cominciavamo avevamo dei grandi direttori che ci davano consigli.
Oggi la formazione è diversa perché mentre in passato il doppiatore era un attore di cinema o di teatro che prestava la sua voce al doppiaggio, oggi esiste il doppiatore che nasce doppiatore.
I ragazzi di oggi sono un po’ pigri lo riscontro in generale nelle varie città o comunque anche nelle persone che frequento.
I giovani attori vogliono essere pronti senza esserlo perché il doppiaggio attualmente si fa in poco tempo quindi loro pensano di poter fare bene velocemente, ma non è così.
A volte neanche noi che facciamo questo lavoro da tempo lo facciamo bene perché il tempo è troppo poco.
Poi, ovviamente, ci sono dei talenti e anche io ne ho incontrati diversi nel corso di questi anni; il problema è che se il talento rimane talento e basta non si va da nessuna parte, invece se il talento viene sfruttato bene cambiano le carte in tavola
Quanto è difficile doppiare e quali differenze esistono nel doppiare attori che parlano inglese e quelli che parlano altre lingue.
Doppiare è un mestiere antico e per questo difficile quando c’è la tradizione di mezzo c’è sempre qualche difficoltà.
Il doppiaggio è un’alchimia bisogna essere in grado di entrare in sintonia totale con il personaggio che stai doppiando seguendone tutte le pieghe e
per fare questo ripeto ci vorrebbe tanto tempo e il tempo è sempre di meno;
per questo a volte i doppiaggi sono fatti male o comunque non come dovrebbero essere fatti.
Ovviamente se tu hai un po’ di familiarità con una certa lingua riesci a seguire o comunque sapere dov’è la parola che sta dicendo quell’attore in quel momento,
certo quelle lingue che sono proprio lontane da noi, come il giapponese, rendono tutto un po’ più complesso.
La casa di carta: tu sei la voce del Professore, uno splendido personaggio, ci parli di questo impegno?
La casa di Carta è stato un successo planetario, una cosa completamente inaspettata anche per noi;
non avevamo idea di che cosa stavamo per fare quando siamo entrati in sala la prima volta, ma tutti ci siamo resi conto che era qualcosa di diverso, di strano, di potenzialmente magico.
Dopo i primi turni abbiamo capito, io e i colleghi che hanno fatto questa esperienza con me che era qualcosa di bello e affascinante, e doppiare il Professore, interpretato dall’attore Alvaro Morte, è stato un privilegio.
Con il Professore abbiamo anche delle cose in comune, e mi trovo molto bene a doppiare questo personaggio.
Mi sono divertito molto devo dire la verità, mi sto divertendo molto e ancora non è finita la situazione e quindi sono felice di continuare questa avventura.
Un cast che fa sognare quello della Casa di carta prevedi una sesta serie?
Non ci sarà una sesta stagione della Casa di carta, le 5 puntate che usciranno il 3 dicembre saranno le ultime. Finirà la serie ma si parla di possibili spin-off di qualche personaggio.
Hai una vastissima esperienza ma hai un personaggio a cui sei affezionato in particolare?
Devo premettere che noi doppiatori abbiamo una memoria molto corta perché facciamo talmente tanta roba,
infatti abbiamo tre turni se non quattro al giorno e ovviamente ogni turno che facciamo è una lavorazione diversa,
che ci ricordiamo solo le cose che ci sono rimaste più addosso.
Sono legato ovviamente al Professore de La casa di carta. L’attore l’ho doppiato in altre situazioni.
Forse il personaggio a cui sono più legato è stato Richard Castle nella serie Castle andata in onda per otto stagioni, è stata una serie che è andata anche molto bene ed ha avuto un grande successo .
A cosa stai lavorando sia come attore che come doppiatore?
Progetti ce ne sono tantissimi ma non posso parlarne; oggi firmiamo delle liberatorie che a volte sembrano dei volumi della Divina Commedia e non posso parlare ma ci sono tante belle cose in programma anche in film che usciranno tra fine settembre e primi di ottobre.
Progetto, forse, anche un mio ritorno sulle scene da attore ma sono cose che, anche per scaramanzia, preferisco non raccontare.