Ci lascia Gigi Proietti. Un fuoriclasse che ha legato il suo nome al mondo del teatro, del cinema e del doppiaggio. Un comico, un drammaturgo, un conduttore uno scrittore, un maestro. Nel giorno dei suoi 80 anni il suo “scherzo” più amaro che, a voler asciugare le lacrime di tristezza, ci fanno capire quanto non fosse banale, nemmeno nella morte.
Gigi Proietti, oltre alle già ricordate lunghe esperienze nel teatro, nel cinema e nella tv, è stato anche un importante doppiatore. È stata la prima voce di Sylvester Stallone nel primo film di Rocky, ha interpretato il Genio nel classico Disney Aladdin, ha doppiato attori del calibro di Richard Harris, Anthony Hopkins, Dustin Hoffman, Kirk Douglas e Donald Sutherland. Negli ultimi anni è stato chiamato a sostituire in Lo Hobbit un altro gigante del doppiaggio italiano come Gianni Musy, scomparso nel 2011, iconica voce di Gandalf (Ian McKellen) nel Signore degli Anelli, convincendo fan e critica.
Un’artista poliedrico che lascia un grande vuoto nel nostro Paese, non solo negli ambienti da lui sempre frequentati ma nell’intera società. Tanto è stato l’affetto della gente quanto la tristezza per la sua scomparsa. “Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere”, disse Proietti alcuni anni fa. E non si può far altro che ringraziarlo per aver fatto partecipare tutti noi ai suoi giochi d’infanzia.