Autore: Ufficio-Stampa

la famiglia addams

La Famiglia Addams in onda su Rai 3 con la voce di Andrea Lavagnino

La Famiglia Addams  va in onda su Rai Tre alle 21:20.

La Famiglia Addams  è il film d’animazione  diretto da Greg Tierman e Conrad Vernon.

Andrea Lavagnino è la voce di Conrad Vernon che nel film è lo spirito della casa.

la famiglia AddamsVentunesimo secolo:  gli Addams vivono nel loro maniero del New Jersey avvolto da una nebbia perenne con tutta la famiglia al seguito.

Prediligono un’esistenza isolata dal resto del mondo, entrandovi in contatto solo nei momenti di estrema necessità.

Nel frattempo, la pallida e perennemente triste e annoiata Mercoledì si reca a scuola

dove conosce una sua coetanea e inizia a vivere tutti i problemi dell’adolescenza.

Però la loro vita si scontra con quella dell’infida Margaux Needler,

conduttrice di reality che si concentra sulla ristrutturazione di vecchie case e maniaca del controllo.

La donna desidera che tutta la città brilli di colore pastello e, vedendo il maniero lugubre degli Addams, ne rimane sconvolta.

La famiglia Addams non è nata né al cinema né tantomeno in televisione.

A crearla è stato infatti il disegnatore americano Charles Addams nel 1938 per alcune sue vignette.

CURIOSITÀ

Mercoledì ha un polpo domestico di nome Socrate nel film.

Nella serie tv originale La famiglia Addams (1964), il polpo domestico si chiamava Aristotele ed era di proprietà di Pugsley.

Nel film del 1991 non appare ma viene citato nei piedi del letto di mercoledì.

Nella scena del matrimonio di apertura, Morticia viene mostrata mentre emerge da quella che apparentemente è la sua dimora situata in una fogna.

Oscar Isaac (Gomez) e Charlize Theron (Morticia) hanno registrato le loro battute separatamente e in realtà non si sono incontrati fino a quando non hanno fatto la promozione stampa per il film.

La stanza di Pugsley è piena di vari segnali stradali. Nel lungometraggio cinematografico La famiglia Addams (1991), Pugsley ha l’hobby di collezionare segnali di stop e vari segnali di avvertimento stradali.

Le trecce di mercoledì sono legate in cappi, un nuovo stile per il personaggio mai visto prima.

Il nome del cugino Itt è invece scritto “It”, è la terza volta che succede.

Apparentemente il cugino Itt parla in una lingua incomprensibile. In realtà è solo inglese al contrario.

In originale il cugino Itt è “doppiato” in questo film dall’artista hip hop Snoop Dogg.

Mercoledì voleva lasciare la famiglia anche nbell’episodio Mercoledì se ne va di casa (Wednesday Leaves Home) della serie tv originale e nel suo remake La nuova famiglia Addams (1998).

C’è stato un  sequel  dal titolo La Famiglia Addams 2 (2021).

“La Famiglia Addams” costato 24 milioni di dollari ne ha incassati nel mondo circa 203.

 

 

Il favoloso mondo di Giorgio Borghetti da E.T. a Captain T.

Giorgio Borghetti, doppiatore italiano di grande successo, dall’esordio in  E.T. l’extraterrestre non si è più fermato

diventando la voce di star del cinema internazionale ed intrepretando decine di serie tv italiane e tanto altro.

giorgio borghettiFa parte del cast fisso della serie Un posto al sole.

Borghetti, partiamo dal grande successo che sta riscuotendo ovunque il corto Captain T, come nasce questo lavoro e si aspettava tanti premi?

Captain T è nato dall’idea di Andrea Walts di raccontare una storia che riguardasse il doppiaggio,

un omaggio a quel mestiere che mi hai dato la possibilità di entrare nel fantasmagorico mondo dello spettacolo.

Quando mi ha parlato sono stato subito entusiasta perchè si parla di doppiaggio

ma anche della crisi di un uomo di cinquanta anni non più soddisfatto dal suo mestiere.

Quando si fa un film e si decide di investire nella campagna festivaliera speri sempre di vincere un premio;

ormai siamo arrivati a riceverne più di 20 quindi devo dire che la realtà ha superato anche le più rosee aspettative.

Speriamo di continuare ancora perché i festival più o meno finiscono fra qualche mese quindi Incrociamo le dita

 

Borghetti, stiamo assistendo a un successo della serialità, penso a La casa di Carta, o Squid game, recentemente doppiato in italiano.

Come mai il pubblico si ritrova così tanto nelle serie, in alcuni casi, a scapito dei film?

Le serie televisive hanno sempre fatto parte della storia della cinematografia;

basti pensare a  Robbie Williams che è stato Mork  in Mork e Mindy, una serie che ha accompagnato la storia di tutti noi,

Ron Howard il Ricky Cunningham di Happy Days, che è diventato uno dei più bravi registi che ci sono adesso in circolazione.

Quindi non penso che una serie televisiva possa essere a discapito di un film.

Io ho un’idea del mestiere dell’attore come è come se fosse una torta con tante fette: quella del cinema, quella del teatro, quella della pubblicità.

Ci sono, poi, delle serie che hanno un particolare successo come La casa di papel, o Squid game, così come lo è stato negli anni 80 Beverly Hills 90210.

Le serie hanno sempre caratterizzato la storia della cinematografia ed ancora oggi è così.

 

Quali sono i segreti per diventare un bravo doppiatore?

Allora sfatiamo il fatto che per diventare un bravo doppiatore bisogna avere una bella voce questa qui secondo me è una grande menzogna;

bisogna avere la voce giusta per il personaggio che si deve doppiare perché altrimenti ci sarebbero soltanto voci di primi attori.

Non è vero ci sono voci di caratteristi straordinari, ci sono voci che possono cambiare, bisogna aver la voce giusta per il personaggio che si sta doppiando.

Bisogna essere attori a tutti gli effetti perché con il doppiaggio hai il 70% del tuo corpo, per quanto riguarda la voce, per poter esprimere quelle che sono le tue emozioni, il 30% però ce lo devi mettere.

 

Ci devi mettere lo studio del personaggio che stai facendo,

lo studio della scena che stai doppiando e capire che cosa può succedere dentro di te

per far sì che questa tua voce possa entrare in simbiosi con il personaggio e la scena che stai che stai doppiando.

 

Borghetti, lei che percorso artistico ha fatto?

Io ho iniziato nelle sale di doppiaggio e quindi quella è stata la mia scuola.

A quel tempo il lavoro era molto più rilassato, non c’erano questi tempi forsennati che ci sono adesso, quindi c’era la possibilità di imparare.

Poi al momento in cui ho voluto associare un corpo a questa voce, ho incontrato il mio insegnante, il mio mentore, che si chiama Riccardo de Torrebruna;

lui è quello che ha fatto sì che io potessi, in qualche modo, unire il corpo alla voce e viceversa quindi far sì che quelle parole che venivano fuori dalla mia bocca fossero frutto di  tutto un pensiero che mi che accompagnato.

Dopo l’incontro con lui sono iniziati i primi sceneggiati televisivi Incantesimo, Carabinieri, Rivombrosa,

poi è venuto il teatro, la prosa, il musical ho cantato, ho studiato canto con Silvia Giavarotti, ho studiato con il  maestro Massimo Staiano con Fabio Lazzara.

Come dico sempre ai ragazzi che vengono a studiare con me, anche se non sono  proprio un vero e proprio insegnante,

più che altro sono uno scambiatore di emozioni, chi non si forma, si ferma e quindi io continuo a formarmi sempre.

 

Come è cambiata la vita del doppiatore nel periodo Covid?

La vita dei doppiatori con il covid  è cambiata com’è cambiata la vita di tutti noi.

Il doppiaggio ha anche un po’ anticipato il concetto del covid con questo modo di lavorare ormai in colonna separato come si dice in gergo.

Quando ho iniziato io noi facevamo Holly e Benji che eravamo in sette, otto insieme a doppiare e lo stesso lo si faceva in Cercasi Susan disperatamente oppure ne L’attimo fuggente dove ho fatto quasi tutte le scene con un altro collega.

Poi l’ottimizzazione dei tempi, questa parola che mi fa venire l’orticaria, ci ha dato l’abitudine lavorare da soli.

Bisogna stare più attenti perché comunque quando si sta in sala, si lavora senza mascherina e quindi vengono igienizzate le sale tra un lavoro e l’altro.

 

Ha doppiato tantissime star internazionali, con chi ha sentito più affinità?

Si ho doppiato grandi come Chris O’Donnell,  Ethan Hawke,  Luke Evans,  Patrick Dempsey.

Un ricordo particolare però è legato al doppiaggio di Tom Hardy nel film Legend del 2015.

Lo ricordo perché Tom Hardy interpretava, nello stesso tempo, due fratelli gemelli, uno normale ed uno psicopatico;

è stato interessante riuscire a trovare e a fare due voci completamente diverse l’una dall’altra.

Alla luce di quelli che sono stati i complimenti che mi sono stati fatti, vuol dire che sono uscito a fare un buon lavoro e sono molto soddisfatto.

 

Dal 2019 fa parte del cast di Un Posto al sole che possiamo definire un caso unico nel panorama italiano, come si trova in questo lavoro?

Sono felicissimo di far parte di Un posto al sole perché è la serie più longeva in Italia va avanti da 25 anni, abbiamo festeggiato le nozze d’argento quest’anno.

E’ una meraviglia perché  si gira a  Napoli, città splendida con tantissimi colleghi simpatici, allegri e professionali.

Quindi lunga vita a Un posto al sole. Spero di continuare a dare tanta professionalità, la mia professionalità a questa serie.

Come dico sempre, anche nel  doppiaggio, qualsiasi cosa mi trovo a fare il mio impegno è sempre massimo.

 

Ricorda il suo primo provino importante?

Ricordo non il primo ma quello per E.T. che è il film che mi ha lanciato nel mondo del doppiaggio, ero la voce di Elliot, il protagonista.

Uscì in lacrime dal provino e mio padre si scusò con i responsabili perché non ero stato in grado di fare bene.

In realtà ero in lacrime perché la scena comportava un’emozione e una commozione che diedi al massimo e forse anche per quello ho avuto il ruolo.

 

Quali consigli darebbe ad un giovane che vuole fare il doppiatore?

A un giovane che vuole diventare doppiatore dico studia;

fallo per capire che cosa vuol dire interpretare un personaggio, prepararlo, studiarlo poi ci si può specializzare sul doppiaggio.

“Dire voglio fare il doppiatore” secondo me è un po’ riduttivo.

house of gucci

The house of Gucci  il film di di Ridley Scott è nelle sale

The house of Gucci  il film di di Ridley Scott è nelle sale.

house of gucciNella pellicola appaiono star come Lady Gaga, Jared Leto, Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons e Salma Hayek.

Intorno al film c’è stato, fin dal primo momento, un grande entusiasmo dei fan italiani

che hanno seguito le star del cast impegnate a girare le varie scene in diverse località italiane.

 

Lady Gaga è doppiata da Benedetta Degli Innocenti, ex allieva della nostra Accademia.

Il film House of Gucci, basato sul libro The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed di Sara Gay Forden.

L’adattamento cinematografico è stato sceneggiato da Roberto Bentivegna e la pellicola è prodotta da Ridley e Giannina Scott

con la casa di produzione Scott Free Productions e da Kevin Walsh.

Un mix di fashion, dramma, sangue, ricchezza e mistero che tiene già incollati allo schermo soltanto con questo trailer.

Purtroppo la storia che racconta è il tristemente celebre fatto di cronaca nera, ossia l’omicidio di Maurizio Gucci

Lady Gaga nel film presterà il volto a Patrizia Reggiani, la moglie di Maurizio Gucci, interpretato da Adam Driver, accusata di aver commissionato l’omicidio del marito a Milano nel 1995,

scontando poi una pena di 17 anni a San Vittore – quello che lei ha sempre chiamato provocatoriamente «Victor’s Residence».

House of Gucci racconta, principalmente, la storia dell’omicidio di Maurizio Gucci, nipote diretto di Guccio Gucci,avvenuto per decisione della moglie Patrizia Reggiani.

La mattina del 27 marzo del 1995 Maurizio Gucci viene assassinato con diversi colpi di pistola da un uomo misterioso.

Dopo due anni di indagini la polizia di Milano arresta tutti i sospettati: Pina Auriemma, Ivano Savioni, Benedetto Ceraulo, Orazio Cicala e ovviamente Patrizia Reggiani.

Patrizia Reggiani non ha mai confessato di essere la mandante dell’omicidio del marito Gucci, ma ha sempre sostenuto che l’amica Pina Auremma abbia agito di sua intenzione e iniziativa.

Ancora oggi vive del vitalizio lasciato dall’ex marito assassinato, di quasi un miliardo di lire l’anno, e pare non abbia alcun rapporto con le figlie a causa dell’eredità.

L’uscita della pellicola in Italia è prevista per il 16 dicembre e si attende una premiere in Italia per la gioia di tutti i fan.

 

 

 

music film festival angelo maggi

MusicFilm – Festival delle colonne sonore con ospite d’eccezione Angelo Maggi

“MusicFilm – Festival delle colonne sonore” torna a Ferrara  dal 17 al 19 dicembre 2021.

music film festivalIl Festival  giunge alla sua quinta edizione e, per la prima volta,

si compone di 3 giornate di formazione, spettacolo e solidarietà.

“MusicFilm – Festival delle colonne sonore” è organizzato dall’Associazione MusicFilm con Delphi International in partnership con Ferrara la città del cinema e la Fondazione Telethon.

Con il patrocinio e contributo del Comune di Ferrara, del Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara e “SCENA UNITA fondo per i lavoratori della musica e dello spettacolo”.

Angelo Maggi, sarà uno dei protagonisti del “MusicFilm –  festival delle colonne sonore”

Il tema scelto per  questa nuova edizione è ricordare e celebrare il cinema degli anni ’80 attraverso due grandi spettacoli e tre workshop

che aiuteranno i partecipanti a scoprire il laboratorio creativo di John Williams, Irene Cara, Ray Parker Jr., Ennio Morricone, Frizzi-Bixio-Tempera.

Analizzare il pensiero musicale di questi artisti aiuta a capire  il rapporto misterioso e ambivalente che lega musica e immagini nel cinema di quel decennio

che è stato capace di produrre una serie infinita di film iconici e altrettante colonne sonore.

Venerdì 17 alle ore 10, presso il Teatro Nuovo di Ferrara,  Maggi sarà ospite dello spettacolo dedicato alle scuole

80 voglia di cinema – le più belle colonne sonore degli anni ‘80” per presentare alcuni estratti del suo show “Il DoppiAttore”.

 Angelo Maggi sarà il conduttore d’eccezione  in occasione dello spettacolo che è  un viaggio musicale, spensierato e

sognante alla scoperta della musica degli anni ’80, del doppiaggio e dei film iconici che hanno fatto la storia del cinema.

Quindi  le musiche saranno eseguite, per la prima volta, dalla Ferrara Film Orchestra diretta dal M° Roberto Manuzzi.

Nello spettacolo, inoltre, ci saranno anche i ballerini più talentuosi della L.A.G School of dance di Ferrara e del Liceo Statale G. Carducci

Inoltre da segnalare che il 18 dicembre si terrà il “Workshop doppiaggio” presso la Scuola cinematografia Vancini di Ferrara, già sold out,

una occasione molto importante per chi avvicinarsi al doppiaggio cinematografico.

 

 

voci nell'ombra

I vincitori di Voci nell’ombra. Andrea Lavagnino miglior voce per il settore tv

 Voci nell’Ombra festival internazionale del doppiaggio, edizione 22esima, diretta da Tiziana Voarino e dedicata a Ludovica Modugno, si è chiusa domenica 12 dicembre 2021 a Genova.

voci nell'ombraAlla cerimonia di premiazione  di  Voci nell’Ombra  assegnati gli  Anelli d’Oro

nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale di Genova.

L’Anello d’Oro per le migliori voci maschile e femminile del cinema va a

Stefano De Sando, doppiatore di Gary Oldman in MANK, e

a Tiziana Avarista, doppiatrice di Candela Peña nel film IL MATRIMONIO DI ROSA.

Le migliori voci nel settore televisione sono quelle di Andrea Lavagnino, Alvaro Morte nella serie LA CASA DI CARTA, e

Chiara Colizzi, doppiatrice di Nicole Kidman in NINE PERFECT STRANGERS.

L’Anello d’Oro per il miglior doppiaggio generale televisivo va  a Laura Boccanera per BILLIONS.

Il premio per l’adattamento dei dialoghi, una particolare e complessa specializzazione del settore,

è andato ad Alessandro Rossi per il film THE FATHER,

a Roberto Gammino e Alessia La Monica per la serie televisiva LUPIN.

Da evidenziare il  Premio alla Carriera andato a Luigi La Monica,

doppiatore tra gli altri di Jonathan Pryce, Christopher Walken e William Hurt.

Un riconoscimento è andato ai giovani Alberto Vannini e Luca Tesei, voci del film d’animazione LUCA.

La serie televisiva BLANCA ha ottenuto il Premio internazionale per l’audioinnovazione inclusiva,

premio ottenuto per la particolare tecnica utilizzata per consentire un ascolto perfetto anche alle persone ipoudenti.

Il PREMIO SIAE per Davide Turla e l’Anello d’Oro all’accessibilità è stato assegnato a 01 Distribution.

La XXII edizione di Voci nell’Ombra è sostenuta da MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo,

Regione Liguria, Fondazione Agostino De Mari,

SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, Nuovo IMAIE,

Quidam – eccellenza nella lavorazione del vetro per l’edilizia e per l’interior design, Gruppo Banca Carige, Artis Project,

Blindsight Project ODV e da Tiziana Lazzari – Cosmetic Dermatology.

doppiatore angrisano

Il doppiatore Alberto Angrisano nel segno dei grandi Maestri

Alberto Angrisano è uno dei doppiatori italiani più versatili, lo troviamo, infatti, impegnato in film italiani ed internazionali, in serie tv ed in tantissimi cartoni animati.

doppiatore angrisanoDi certo è uno dei doppiatori più interessanti anche perché, da attore, si è formato con grandi maestri.

Con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere e ci siamo immersi appieno nel mondo del doppiaggio.

 Dopo il diploma preso alla scuola di Casagrande ha lavorato con grandi interpreti come Lavia, con il quale ha esordito e Rigillo.

Cosa ha imparato da questi grandi artisti?

Ho avuto la fortuna di lavorare con Lavia per tre anni e soprattutto con Antonio Casagrande;

quest’ultimo alla fine del secondo anno di scuola mi disse: ”Alberto tu devi lavorare, lavora con noi” e così ho debuttato in uno spettacolo in una giornata molto particolare.

Fu il giorno in cui morì Stefano Satta Flores ricordo che alla fine della prima ci fu l’omaggio, con un minuto di silenzio, nei confronti di questo grandissimo artista.

Da loro ho imparato innanzitutto la disciplina perché per fare teatro ci vuole una grandissima disciplina, ci sono lunghe ore di attesa dietro le quinte.

Se si ha la fortuna di poter lavorare con grandi maestri e rubare il lavoro impari come si sta in scena.

Ho imparato il rigore, con loro ho imparato veramente come si affronta un personaggio, come lo si gestisce.

Del resto se hai la possibilità di lavorare con grandi come Lavia devi per forza imparare il mestiere altrimenti non è quello che fa per te ed è bene cambiare.

Angrisano, come è diventato doppiatore?

Avevo preso un impegno con me stesso quando  ho cominciato  a 20 anni  che se entro i 33 anni di vita non avessi avuto almeno un ruolo da coprotagonista avrei dovuto cercare altro.

Devo dire che quelli erano anni fortunati per noi teatranti, guadagnavamo tanto, ma ho anche dissipato i guadagni come accade spesso quando si è giovani.

Nel 1996 parlai con Lavia scusandomi per il fatto che non avrei continuato a lavorare con loro perché volevo un cambio di marcia e lui mi disse che conosceva bene Rodolfo Bianchi e

che mi avrebbe fissato un incontro con lui.

Quell’ incontro con Bianchi è stato per me fondamentale perché lui mi ha fatto capire come dovevo cambiare per fare il doppiatore.

Ho lavorato tanto, passo dopo passo, ora dopo ora, non guadagnando nulla se non per piccole cose, e ho cominciato a fare il doppiatore.

Sono diventato doppiatore, ovviamente, ascoltando i grandi maestri, avvalendomi anche della presenza di

una persona a cui sarò sempre molto grato che è Renato Cortesi che considero il mio maestro in assoluto.

Lui, alla sua scuola di Napoli, mi ha detto che era il mio mestiere, cucito addosso per me e, parliamo di anni in cui si doppiava ancora con videoregistratore e  con televisore.

Ho cominciato a salire i gradini e, ancora altri ce ne sono da salire, non mi considero di certo una persona arrivata,

per giungere al punto in cui sono dove sono riconosciuto ed apprezzato.

Si può intraprendere il mestiere del doppiatore senza essere attori?

Sono veramente felice di insegnare  perché considero l’insegnamento una esperienza che arricchisce sia i docenti che i discenti,

mi riferisco all’energia dei ragazzi, alla grande capacità che hanno, non tantissimi ma parecchi, di approcciare a questo mestiere.

Ma ai giovani dico che per fare questo lavoro bisogna essere attori perché il doppiaggio non è semplicemente un copia-incolla di quello che fa l’attore sullo schermo;

l’attore per fare un personaggio lo ha sentito il personaggio, ha usato una tecnica per farlo, ha un’espressività che solamente un attore di teatro o un attore in genere possono avere.

Non si può riportare semplicemente con la voce perché l’arte del doppiaggio è veramente la più difficile in assoluto.

L’attore di teatro usa i costumi, le movenze, ha la scenografia intorno, quelli che lavorano in tv hanno il trucco e parrucco,

il doppiatore, invece, non ha orpelli perciò dico che la condizione necessaria e imprescindibile è essere attori per fare i doppiatori.

Angrisano quanto è difficile dare voce ad un personaggio di un cartone animato, visto che lei ne intrepreta davvero tanti?

I cartoni animati sono, secondo me, il banco di prova più complicato per un doppiatore per due motivi perché sono cartoni e

sono sempre abbastanza come dire estremizzati, i personaggi dei cartoni sono veramente complicatissimi;

c’è la caratterizzazione del personaggio per cui la voce va sporcata in un certo modo, vanno usati dei toni bassi che non sono umani.

Mi sono divertito da morire a fare doppiaggi di cartoni perché  è faticoso e si esce da un turno di cartoni animati come se ci fosse passata addosso una valanga,

però poi la soddisfazione è tanta.

Esiste una differenza tra doppiaggio per un film, una serie, un cartone oppure no?

Il cartone è in assoluto quello più faticoso, ma il punto è che tutto ciò che viene doppiato è fatto da attori che sono più bravi o meno bravi;

doppiare un film dove un attore è bravo è una passeggiata perché l’attore già ci conduce per mano.

Se si doppiano personaggi che parlano lingue come il cinese, il giapponese, il coreano, la difficoltà aumenta?

Si, le lingue come il cinese o giapponese, il fiammingo sono davvero complicate, ma per me lo è anche il francese.

Non me ne vogliano i francesi che realizzano commedie meravigliose che io spesso ho doppiato

ma non riesco a stare al passo dei francesi che sono delle mitragliatrici.

I giapponesi, i cinesi   emettono i suoni ed è davvero difficile seguirli nonostante sentiamo sempre in cuffia

perché comunque abbiamo una cuffia anche mentre incidiamo che ci dà la possibilità di attaccare al momento giusto di finire al momento giusto e di seguire il ritmo dell’attore.

Sicuramente è molto, molto, molto più complicato.

Come è cambiato il mestiere con la pandemia?

Beh il mestiere con la pandemia è cambiato. Io, in tempi non sospetti, mi sono creato nel mio appartamento una stanza dei giochi in realtà dentro ci sono gli strumenti perchè suono  e

l’ho adibita a sala di incisione; è chiaro che non posso fare doppiaggio da casa però per esempio gli audiolibri, gli spot della RAI e tutti gli spot nazionali e internazionali li registro da casa.

Il lavoro è cambiato perché ormai non lavoriamo più  in coppia, siamo sempre da soli in sala,

quando finiamo il nostro turno entra un altro collega trascorso almeno un quarto d’ora e dopo la sanificazione.

Non c’è più rapporto, è aumentata la difficoltà ed è richiesta molta più attenzione, molto più ascolto da parte del doppiatore a quello che ha fatto

e che consegneremo al collega che verrà dopo di noi.

Lei è di Napoli trova i giovani di questa città più dotati, da un punto di vista artistico,  o come gli altri?

ll popolo napoletano è un popolo che ha un grande orecchio, ha un senso dell’arte, una teatralità immensa.

Io definisco noi napoletani le formiche del mondo perché siamo dappertutto nel cinema, nella televisione, nel doppiaggio.

Siamo un popolo geniale probabilmente perché siamo il risultato di tante commistioni di culture siamo stati dominati da turchi, spagnoli francesi.

Sono convinto della loro, delal nostra, marcia in più ma napoletani sono indolenti, per loro perdere l’accento è una cosa dolorosissima ma invece l’accento va perso.

Il mio maestro Renato Cortesi mi diceva tu hai avuto davvero la capacità di sciacquare i panni in Arno e non è una capacità, ma è un impegno.

Il dialetto è una cosa che considero, sono fiero di essere napoletano e non si deve cancellare il proprio dialetto,

ma si deve imparare a parlare anche un altro modo conoscendo gli accenti della lingua italiana. In ogni caso i napoletani hanno sicuramente una marcia in più.

it capitolo2

IT Capitolo 2 il film di Andy Muschietti con la voce di Iansante su Italia 1

IT Capitolo 2, il film horror del 2019 di Andy Muschietti con James McAvoy, Bill Skarsgård, Jessica Chastain e Bill Hader va in onda questa sera su Italia 1.

it capitolo 2 Christian Iansante è la voce di Henry Bowers che nel film è Teach Grant.

In It capitolo due  il male risorge a Derry quando il regista Andy Muschietti

riunisce il Club dei Perdenti – giovani e adulti – con un ritorno a dove tutto ebbe inizio.

It capitolo due  è il sequel del grande successo di critica e box office del 2017 “IT“,

sempre firmato da Muschietti, capace di incassare oltre 700 milioni di dollari a livello globale.

Poiché ogni 27 anni il male torna a manifestarsi nella cittadina di Derry, nel Maine,It capitolo due riunisce i personaggi divenuti adulti,

e che da tempo hanno intrapreso strade diverse, a distanza di trent’anni dagli eventi del primo film.

James McAvoy  interpreta Bill; la nominata all’Oscar Jessica Chastain  è Beverly; Bill Hader ritrae Richie; Isaiah Mustafa  è Mike; Jay Ryaninterpreta Ben;

James Ransone  è Eddie, e Bill Skarsgård interpreta il protagonista Pennywise, Andy Bean è Stanley.

Muschietti dirige il film da una sceneggiatura di Gary Dauberman basata sul romanzo IT di Stephen King.

Barbara Muschietti, Dan Lin e Roy Lee sono i produttori del film.

Marty Ewing, Seth Grahame-Smith e David Katzenberg sono i produttori esecutivi di It capitolo due

Checco Varese è il direttore della fotografia,  Paul D. Austerberry è lo scenografo,  il montatore è Jason Ballantine  e il costumista è, il nominato all’Oscar, Luis Sequeira.

It capitolo due   è una produzione New Line Cinema, distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.

CURIOSITÀ

La cosa più strana riguarda  Bill Skarsgård  che può effettivamente muovere gli occhi in due direzioni diverse come avviene nel film.

Bill Skarsgård ha dichiarato in un’intervista che anche dopo che le riprese si erano concluse, aveva avuto incubi su Pennywise.

In questi incubi combatteva Pennywise proprio come fanno i personaggi del film.

Xavier Dolan ha detto al regista “Farò tutto quello che vuoi, essere la maniglia della porta, il pomello della porta, la tenda, qualunque cosa io possa fare in questo film”

pur di convincerlo a farlo entrare nel cast e in effetti è stato scelto come Adrian Mellon.

James McAvoy si è ferito realmente durante le scene di combattimento del suo personaggio con Pennywise, subendo un doppio stiramento alla coscia.

Il sangue finto con cui viene ricoperta Jessica Chastain era composto da un agente addensante chiamato metilcellulosa e colorante rosso.

Il romanzo originale di Stephen King è composto da 1.138 pagine.

IT Capitolo 2 segna il quarantasettesimo adattamento cinematografico di Stephen King.

IT Capitolo 2 segna l’ottavo adattamento cinematografico di Stephen King distribuito dalla Warner Brothers.

I sette film precedenti sono Shining (1980), Creepshow (1982), Cujo (1983), Il miglio verde (1999), Cuori in Atlantide (2001), L’acchiappasogni (2003) e IT (2017).

Il nono film che segue è Doctor Sleep (2019).

Lo scrittore Stephen King interpreta il gestore del banco dei pegni dove Bill compra la sua vecchia bicicletta.

Il regista e attore Peter Bogdanovich interpreta un cameo, è il regista del film basato sul libro di Bill.

Andy Muschietti,regista del film,  interpreta un cameo: è il cliente nella farmacia dove Eddie adulto ritira la sua prescrizione presso la farmacia di Keene, sullo sfondo a sinistra dello schermo.

Il finale di IT Capitolo 2 è diverso dal libro, in quanto Pennywise si rivela essere un ragno femmina nella sua forma reale per gli umani e

il Club dei perdenti deve distruggere tutte le uova che sono state deposte perché stanno per schiudersi.

4500 galloni di sangue finto (oltre 17.000 litri) sono stati utilizzati nella scena del bagno di Beverly, un record mondiale per una produzione cinematografica.

I genitori di Mike Hanlon non muoiono in un incendio nel romanzo di Stephen King.

C’è una teoria secondo cui Dean, il ragazzino che Bill ha cercato di proteggere da Pennywise, non

Il finale di IT Capitolo 2 ha alcune sorprendenti somiglianze con il finale del gioco per Super Nintendo, Super Metroid

IT Capitolo 2 costato 79 milioni ne ha incassati nel mondo circa 473, circa 228 milioni in meno dell’incasso globale del primo capitolo (701 milioni).

Con il precedente IT (2017) e questa seconda parte, il franchise cinematografico di IT ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, diventando uno dei franchise horror di maggior successo di tutti i tempi.

 

remi

Remi è il film diretto da Antoine Blossier in onda su Rai 1 con la voce di Angelo Maggi

Remi è il film scelto da Rai 1 per l’8 dicembre 2021 in prima serata e in prima visione.

remi Remi  è l’adattamento del romanzo Senza Famiglia di Hector Malot.

Il film del 2018 è diretto da Antoine Blossier e scritto da Cedric Iland e Nadia Khamlichi.

Angelo Maggi è la voce di Simon Armstrong che nel film è il  signor Driscoll.

Remi racconta le avventure del piccolo Remi e la sua vita al fianco del musicista girovago Vitalis e dei suoi inseparabili compagni: il fedele cane Capi e la scimmietta Joli-Coeur.

Un emozionante viaggio attraverso la Francia, fatto di incontri e nuove amicizie che porteranno Remi a scoprire le sue vere origini.

CURIOSITÀ

In Italia il film ha incassato 304 mila euro, nel mondo ha incassato 7,4 milioni di dollari.

Per scegliere il protagonista il regista ha provinato circa quattrocento bambini;

Maleaume Paquin, il bimbo prescelto, è stato il quindicesimo provinato da Antoine Blossier .

Per prepararsi alle riprese ha lavorato con un coach.

La cosa più difficile per lui, al suo debutto al cinema, è stato riuscire nelle scene in cui il suo personaggio piange.

Darkness, il Border Collie che interpreta Capi, è un vero cane da circo:

è abituato a fare i numeri che recita nel film negli spettacoli di strada e ha una forte complicità con il suo padrone.

“Sans famille” (pubblicato per la prima volta nel 1878) è il romanzo da cui è tratto il film.

Nel romanzo sono narrati gli accadimenti di quattro anni ridotti da Blossier ad un solo anno.

“Sans famille” si concentra su un bambino abbandonato (Rémi) venduto dai suoi genitori adottivi a un musicista itinerante (Vitalis).

Al suo fianco imparerà la dura vita dell’acrobata e canterà per guadagnarsi il pane.

Accompagnato dal fedele cane Capi e dalla scimmietta Joli-Coeur, il suo lungo viaggio attraverso la Francia,

fatto di incontri, amicizie e aiuto reciproco, lo conduce al segreto delle sue origini…

Il libro in due volumi è stato adattato più volte al cinema e in tv

La sequenza della tempesta in Inghilterra è stata girata in studio per tre giorni. Era una scena complicata da affrontare.

“Il 18 aprile 2017, Antoine Blossier e la sua squadra iniziano le riprese a Penne, Cordes-sur-Ciel, Castelnau-de-Montmiral, Albi, Tolosa, Castelnaudary nella regione dell’Occitania e

sull’Aubrac a beneficio di paesaggi e laghi passando per La cascata Déroc in Occitania prima di tornare a maggio,

a Parigi e poi presso lo studio Épinay a Épinay-sur-Seine fino al 7 luglio 2017.

lavagnino voci nell'pmbra

Voci nell’ombra: Andrea Lavagnino in lizza per l’anello d’oro

Voci nell’Ombra il festival internazionale del doppiaggio giunge alla sua XXII edizione e si svolgerà dall’8 al 12 dicembre 2021 a Genova e a Savona.

voci nell'ombraQuest’anno il festival, fondato nel 1996 da Claudio G. Fava e Bruno Astori,

è dedicato a Ludovica Modugno, attrice e doppiatrice scomparsa lo scorso ottobre.

Sono state ufficializzate le 18 nomination di questa edizione di

Voci nell’Ombra il Festival internazionale del doppiaggio e

c’è grande attesa per il premio Anello d’oro a cui concorre Andrea Lavagnino.

Di seguito le nomination dell’edizione 2021 di Voci nell’ombra:

Miglior voce maschile: Andrea Lavagnino per Álvaro Morte (Sergio Marquina / Salvador Martin ‘il professore’) in La casa di carta,

Mino Caprio per Martin Short (Oliver Putnam) in Only Murders in the Building e

Manuel Meli per Freddie Highmore (Shaun Murphy) in The Good Doctor.

Nella categoria Cinema – miglior doppiaggio generale sono stati scelti

Carlo Cosolo per Dune,

Alessandro Rossi per The Father – Nulla è come sembra e

Marco Guadagno per Black Widow.

Per la sezione miglior voce femminile le nomination sono quelle di Tiziana Avarista per Candela Peña (Rosa) in Il matrimonio di Rosa,

Ilaria Latini per Amy Adams (Bev Vance) in Elegia americana,

Lucrezia Marricchi per Abigail Bresli (Allison Baker) in La ragazza di Stillwater.

Miglior voce maschile: Stefano De Sando per Gary Oldman,

Antonio Sanna per Stanley Tucci (Tusker Mulliner) in Supernova,

Alex Polidori per Timothée Chalamet (Paul Atreides) in Dune.

Per la sezione Televisione, nomination per il miglior doppiaggio generale di

Laura Boccanegra per Billions, Lucio Saccone per La casa di carta e

Federico Zanandrea per American Rust – Ruggine americana.

Per la sezione Miglior voce femminile sono state nominate Chiara Colizzi per Nicole Kidman

(Masha Dmitrichenko) in Nine Perfect Strangers,

Rossella Acerbo per Reese Witherspoon (Bradley Jackson) in The Morning Show,

Valentina Favazza per Emily Wickersham (Eleanor “Ellie” Bishop) in Ncis – Unità anticrimine.

“Voci nell’Ombra” è stata la prima manifestazione italiana dedicata al doppiaggio contribuendo in modo determinante a valorizzare le grandi voci del doppiaggio italiano.

Tra i molti nomi premiati: Omero Antonutti, Elio Pandolfi, Licia Maglietta, Micaela Esdra, Angelo Maggi, Silvia Pepitoni, Roberto Chevalier, Francesco Pannofino,

Giuppy Izzo, Fiamma Izzo, Carla Signoris, Luca Ward, Maria Pia Di Meo, Rodolfo Bianchi, Dario Penne, Nikita Mikalkoff, Ferruccio Amendola, Rita Savagnone,

Massimo Lopez, Michele Kalamera, Silvio Soldini, Tullio Solenghi, Cesare Barbetti, Peppino Rinaldi, Claudio Bisio, oltre alla stessa Ludovica Modugno.

“Il nostro festival– dice Tiziana Voarino, direttrice di “Voci nell’Ombra” – volto alla dinamica del rinnovamento e dell’attualizzazione, è sempre in crescita.

Attento alle esigenze e ai nuovi scenari del settore, anche in relazione all’evoluzione delle tecnologie e delle piattaforme di visione, alle necessità di fruibilità on line,

pronto a implementare l’attenzione sull’accessibilità agli audiovisivi.

 Proiettati verso l’internazionale non tralasciamo il territorio: sono oltre cento le collaborazioni e indubbia è la testimonianza della sua forte e voluta promozione”.

squid game

Squid Game arriva il doppiaggio italiano con Francesco De Francesco

Squid Game: non si arresta l’onda lunga del successo della serie targata Netflix.

Squid gameSquid Game è  arrivata in streaming lo scorso 17 settembre,

ed è stata per Netflix un vero successo inatteso.

In Squid Game 456 concorrenti disperati gareggiano gli uni contro gli altri in vari giochi per bambini

nel tentativo di sopravvivere e vincere il montepremi di 45,6 miliardi di won.

La serie in quattro settimane ha conquistato la cifra record di 142 milioni di account superando gli 82 milioni di Bridgerton.

In Italia il successo è stato anche maggiore, parliamo infatti di un primo posto nella Top 10 di Netflix, la classifica dei contenuti più visti sul servizio, conservato per oltre 60 giorni.

La cosa incredibile è che la serie era disponibile soltanto in lingua originale, cioè coreano, e in inglese con i sottotitoli in italiano.

Ma la grande notizia è che dal 30 novembre è disponibile il doppiaggio in italiano con il nostro Francesco De Francesco che è la voce di Front man.

Il doppiaggio è già presente in tutti e nove gli episodi della serie, ed è anche segnalato chiaramente nella copertina come da prassi.

Squid Game ha portato una serie di cose con sé ed è interessante farle conoscere:

in google trends i termini utilizzati nella serie sono stati i più ricercati per settimane, penso a won” e “won euro”, e su Amazon sono arrivati i gadget della serie che sono andati letteralmente a ruba.

Anche in Squid Game, come normale che sia, il doppiaggio italiano ha trasformato  alcune cose già celebri della serie; come il gioco “red light green light” che è diventato “un, due, tre stella”.

Netflix si dimostra, ancora una volta, molto brava a valorizzare i prodotti:

non dimentichiamo il successo de La casa de papel il cui epilogo ci sarà il 3 dicembre di cui è stato già annunciato uno spin off,

annunciato peraltro dal nostro Andrea Lavagnino, sulla figura molto amata di Berlino.

Altra buona notizia l’ha data il regista e sceneggiatore Hwang Dong-hyuk che ha confermato che Squid Game avrà una seconda stagione.

Non è stato facile per lo sceneggiatore e regista confezionare la serie, sembra che lo abbia fatto in nove anni, ma il successo è arrivato dopo le prime visualizzazioni.

Per il futuro ci auguriamo che il livello della seria sia come regia, che sceneggiatura resti alto.